Villa Lysis Capri

Villa Lysis Capri

Villa Lysis Capri

Il trionfo dello stile Liberty a Capri: Villa Lysis.

Capri_sightsLa parte più orientale di Capri è celebre per la sua splendida Villa di Jovis, detta anche Villa di Tiberio, e per le varie grotte e fari che rendono questa zona un vero e proprio sogno a occhi aperti; ma non c’è soltanto questo. In effetti, proprio nei pressi di tale edificio si trova un’altra villa, anch’essa splendida, Villa Lysis: via Lo Capo è letteralmente dominata dalla struttura in questione, la quale ha anche cambiato più volte nome nel corso della storia, assumendo prima la denominazione di La Gloriette o poi di Villa Fersen, in onore di uno dei suoi proprietari più importanti, il poeta e conte Jacques d’Adelsward-Fersen.



La progettazione originale risale a più di un secolo fa, per la precisione il 1905: dobbiamo quindi immaginare l’isola di Capri stupendamente immersa nella magica atmosfera degli anni della Belle Epoque, con il suo caratteristico stile Liberty che prendeva piede. La scelta di questa conformazione la si deve proprio al poeta-conte Fersen, il quale richiese espressamente all’architetto Chimot di dar vita a un edificio che potesse dominare la collina, ricordando, in una chiave più moderna, i fasti, gli agi e la tranquillità che qui aveva cercato l’imperatore Tiberio.
La passione ellenistica di Fersen ispirò il nome con il quale oggi è universalmente conosciuta la villa: in effetti, Lysis sta a indicare Liside, il nome citato da Platone in un suo dialogo (il riferimento andrebbe all’amicizia o anche all’omosessualità).

Le descrizioni della villa con gli occhi del passato.

Uno degli elementi che ci fa maggiormente comprendere quella che doveva essere la vita a Villa Lysis all’inizio del ‘900 è senza dubbio il ritratto che si trova in una delle pareti della costruzione: in esso è stato raffigurato Nino Cesarini, compagno del poeta, mentre riposa nudo e di spalle. In molti hanno descritto Villa Lysis come il trionfo del paganesimo e delle sfide al conformismo: la vasta biblioteca, la fumeria di oppio in stile neo-gotico, gli altari raffinati ed evocativi, tutto richiama a delle passioni stravaganti, ma anche affascinanti.



Una delle testimonianze più interessanti di una visita alla Villa ce la fornisce la nota poetessa Ada Negri, che in uno articolo degli anni Venti parlò di un luogo bellissimo e di persone straordinarie e dal grande fascino: Fersen viene descritto come un vero gentiluomo, dalla gentilezza squisita e dall’eleganza innegabile, un vero e proprio oratore dal piacevole accento francese. È stata proprio la morte del suo proprietario a far mutare il destino dell’edificio.
Nel 1923 esso passò a Cesarini che poi lo affittò a Germaine Fersen, sorella del defunto conte, la quale poi lasciò la villa in eredità alla figlia. I danni del tempo sono stati riparati da più interventi di restauro, il più importante di cui è stato quello degli anni Novanta che ha ridato una nuova luce e una nuova vita alla Villa, un’attrazione imperdibile per tutti i turisti.



Le stanze di Villa Lysis.

C’è un percorso ideale che consente di apprezzare Villa Lysis nella sua completezza. All’ingresso la vista viene subito resa più gradevole dallo splendido e ameno giardino vicino al porticato, con le quattro colonne in perfetto stile ionico che ricordano quanto questa costruzione rappresenti un “luogo sacro all’amore e al dolore”. La minuziosa descrizione dell’interno della Villa è quella dello scrittore francese Roger Peyrefitte. La scalinata di ingresso è dotata di una graziosa balaustra in ferro battuto con tanto di pampini che vivacizzano il tutto: il piano terra era dominato da una copia del David del Verrocchio e dalla spettacolare terrazza a balaustre che si affacciava sul Golfo di Napoli, con tanto di panorama mozzafiato sul Vesuvio.

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