Categoria: Animali

  • Zanzare modificate geneticamente, per combattere la malaria

    Zanzare modificate geneticamente, per combattere la malaria

    Per le Zanzare è in corso di studio una strategia per arginare la diffusione di una malattia che colpisce oltre 300 milioni di persone l’anno, uccidendone 800.000, adottata da un gruppo di ricercatori dell’Università di Perugia, dell’Imperial College di Londra e dell’University of Washington a Seattle.
     zanzare
    La terribile malattia in questione è la malaria, causata da un minuscolo ma letale insetto africano: la Zanzara della febbre gialla (Aedes aegypti).
    La strategia da adottare, prevede di ricorrere alla modifica dei geni, sugli esemplari maschi, in cui vengono introdotti appositi geni, i quali alterando lo sviluppo della discendenza, in tempi brevi uccidono le femmine.
    Difatti, i maschi di zanzara modificati con questo “gene killer”, accoppiandosi con femmine non modificate, danno origine ad una nuova generazione in cui i maschi ereditano il gene. In allevamento le zanzare sono in grado di riprodursi a milioni ma il gene killer, entra in azione solo quando queste vengono rilasciate nell’ambiente.
    I ricercatori che stanno studiando il gene killer delle zanzare, sperano di far ridurre drasticamente la popolazione di zanzare, in Africa, riuscendo così a contrastare in maniera efficace la malaria.
    Nella foto in alto si può osservare un esemplare di  Zanzara della febbre gialla; si può riconoscere dalle macchie bianche sulle zampe e da una marcatura a forma di lira sul torace. È originaria dell’Africa, ma il suo areale si è esteso a tutte le regioni tropicali e subtropicali. È in grado di svernare superando anche stagioni invernali molto rigide.
  • Il variopinto martin pescatore

    Il variopinto martin pescatore

    martin-pescatore_1Un lampo turchese o blu elettrico si tuffa in un torrente e riemerge rapidamente, sfrecciando in aria e tenendo ben stretto un pesce. Spesso questo è il primo incontro che si fa con il martin pescatore, un uccello variopinto con testa e becco piuttosto grandi. A dispetto del nome, però, non tutti i martin pescatori si nutrono di pesci. Alcune specie prediligono lucertole, serpenti, granchi, o anche insetti, che spesso catturano in volo. Inoltre all’incirca solo un terzo dei martin pescatori di tutto il mondo vive in prossimità dell’acqua. Il loro habitat varia dalla fitta foresta tropicale alle isole coralline, fino ad arrivare al deserto. Una specie tipica del deserto è il martin pescatore dorsorosso, che vive nelle aride regioni interne dell’Australia.

    Gli esemplari che pescano sono dei veri e propri professionisti. Di solito questo uccello attende pazientemente appollaiato su un ramo. Quando avvista un pesce, si prepara a tuffarsi, tenendo conto istintivamente della rifrazione della luce, fattore che può falsare la posizione del pesce. Poi si getta in picchiata, dandosi velocità con qualche colpo d’ala. Se il pesce si trova vicino alla superficie, si limita ad afferrarlo in volo. Altrimenti, piega le ali saldamente all’indietro e, come una scheggia, si immerge nell’acqua. “L’intera azione è una straordinaria dimostrazione di perizia, attuata senza un attimo di esitazione o di incertezza”, dice il libro La vita degli uccelli. I martin pescatori riescono anche a catturare più di un pesce alla volta. E nelle regioni fredde ne sono stati addirittura osservati alcuni che per catturare le loro prede rompevano un sottile strato di ghiaccio. In Australia dei martin pescatori azzurri sono stati visti acciuffare piccoli animaletti acquatici inizialmente presi di mira da ornitorinchi a caccia di cibo nel fiume.

     Corteggiamento e “vita familiare”

    corteggiamento matin pescatore Il rituale del corteggiamento può risultare alquanto simpatico. In alcune specie si riscontra che il maschio e la femmina veleggiano in coppia, dopo di che il maschio fa bella mostra delle sue capacità di costruire il nido. A volte, come parte del rituale, si mette in luce offrendo alla femmina un delizioso boccone.

    Il martin pescatore non costruisce il classico nido. Alcuni esemplari nidificano in gallerie che a volte scavano in argini e terrapieni o in cave di ghiaia. Altri si impadroniscono della tana abbandonata da qualche roditore, o sfruttano la cavità di una pianta.

     Per costruirsi un nido nel terreno, talvolta il martin pescatore deve scavare una galleria lunga anche un metro. Iniziare il lavoro può non essere facile. Diverse specie affrontano l’impresa volando in picchiata sul punto prescelto con il becco proteso: una manovra alquanto pericolosa, che può stordire l’uccello o addirittura risultargli fatale! Nelle foreste pluviali della Nuova Guinea e dell’Australia settentrionale, il martin pescatore del paradiso pettocamoscio di solito scava una buca in un termitaio. Le termiti non sembrano infastidite da quell’intrusione, e quando alla schiusa delle uova l’uccello se ne va provvedono a riparare il danno.

    Anche assolvere il ruolo di genitori non è un’impresa da poco. In Africa un osservatore notò una coppia di martin pescatori che, oltre a nutrire se stessi, ogni giorno sfamavano i loro cinque piccoli provvedendo loro dai 60 ai 70 pesci. In un altro caso, un maschio riuscì a prendersi cura della nidiata nonostante la femmina fosse morta quattro giorni prima della schiusa. In alcune specie gli individui senza prole aiutano i genitori a covare e poi a prendersi cura dei piccoli.

    Dall’Irlanda alle Isole Salomone

    Il martin pescatore eurasiatico ha un’ampia area di diffusione, che si estende dall’Irlanda a tutta l’Europa e la Russia, e verso sud-est, fino alle Isole Salomone. Dato che questo territorio include delle zone con inverni rigidi, l’eurasiatico è una delle poche specie di martin pescatore che migrano, percorrendo quasi 3.000 chilometri. Il martin pescatore eurasiatico, il bianconero e il golabianca si possono trovare in discreto numero anche in Israele, nei pressi del lago di Tiberiade (o Mar di Galilea) e lungo il Giordano. Con tutta probabilità Gesù Cristo ammirò questi graziosi uccelli e le loro abitudini.

    Un parente stretto del martin pescatore è il kookaburra sghignazzante. Lungo circa 43 centimetri e munito di un robusto becco di 8 centimetri, è un uccello dal piumaggio prevalentemente marrone ed è piuttosto comune in Australia. Noto per il suo verso simile a una risatina sinistra, il kookaburra è un impavido cacciatore la cui alimentazione include serpenti lunghi anche un metro.

     Anche se il martin pescatore ha pochi nemici naturali, il numero degli esemplari è in diminuzione a causa dell’inquinamento dei fiumi e della distruzione delle foreste. Infatti all’incirca 25 specie di martin pescatore sono classificate in categorie che vanno da “quasi a rischio” a “gravemente minacciata”. Si spera che gli sforzi compiuti per proteggere questi uccelli, carini e anche simpatici, siano coronati da successo.

  • Il pipistrello più piccolo del mondo

    Il pipistrello più piccolo del mondo

    Il pipistrello più piccolo del mondo – Nel 1973 il biologo thailandese Kitti Thonglongya insieme alla sua équipe catturò una cinquantina di pipistrelli sconosciuti in caverne vicino alla cascata di Sai Yok, in Thailandia. Inviò alcuni esemplari al dott. John E. Hill, presso il Museo di Storia Naturale di Londra. Purtroppo il biologo morì senza sapere d’aver scoperto una nuova specie di pipistrello, che in suo onore Hill chiamò Craseonycteris thonglongyai. Il nome comune è pipistrello calabrone, o pipistrello farfalla.

    il-pipistrello-piu-piccolo-del-mondoLungo circa 3 centimetri e con un’apertura alare approssimativa di 13 centimetri, questo pipistrello è il più piccolo che si conosca ed è anche uno dei mammiferi più piccoli del mondo. Proprio per le sue dimensioni ridotte viene chiamato pipistrello calabrone. Altre caratteristiche distintive sono il muso che ricorda quello dei maiali, la totale assenza di coda e le grosse orecchie che presentano traghi rigonfi (sporgenze cartilaginee del padiglione auricolare).

    Un habitat minuscolo

    Il pipistrello calabrone si può trovare solo nel parco nazionale di Sai Yok in Thailandia e in zone limitrofe del Myanmar. Come molte altre specie, per cacciare gli insetti si serve dell’ecolocazione. Essendo dotato di ali lunghe rispetto alle dimensioni del corpo, questo mammifero è un ottimo volatore, cosa che gli permette di librarsi tra il fogliame degli alberi e catturare al volo le sue prede. Preferisce appendersi al caldo nelle parti superiori delle caverne di calcare dai soffitti alti e dalle molte camere, in quanto offrono una maggiore protezione e riducono la dispersione termica, fattore importante per dei mammiferi a sangue caldo così minuscoli. È un animaletto sorprendente a cui il Creatore ha dato un istinto e delle capacità davvero notevoli.

    Dato che è una specie molto rara e vive in un’area circoscritta, il pipistrello calabrone rischia l’estinzione se la situazione non migliorerà. Si è cercato di proteggerlo in modo più adeguato, ma la deforestazione, l’abbattimento degli alberi, la costruzione di strade e il turismo continuano a rappresentare una minaccia. Non sappiamo se questo minuscolo mammifero riuscirà a resistere all’intrusione dell’uomo nel suo fragile habitat.