martedì, Maggio 14, 2024
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Villa Lysis Capri

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Villa Lysis Capri

Il trionfo dello stile Liberty a Capri: Villa Lysis.

Capri_sightsLa parte più orientale di Capri è celebre per la sua splendida Villa di Jovis, detta anche Villa di Tiberio, e per le varie grotte e fari che rendono questa zona un vero e proprio sogno a occhi aperti; ma non c’è soltanto questo. In effetti, proprio nei pressi di tale edificio si trova un’altra villa, anch’essa splendida, Villa Lysis: via Lo Capo è letteralmente dominata dalla struttura in questione, la quale ha anche cambiato più volte nome nel corso della storia, assumendo prima la denominazione di La Gloriette o poi di Villa Fersen, in onore di uno dei suoi proprietari più importanti, il poeta e conte Jacques d’Adelsward-Fersen.



La progettazione originale risale a più di un secolo fa, per la precisione il 1905: dobbiamo quindi immaginare l’isola di Capri stupendamente immersa nella magica atmosfera degli anni della Belle Epoque, con il suo caratteristico stile Liberty che prendeva piede. La scelta di questa conformazione la si deve proprio al poeta-conte Fersen, il quale richiese espressamente all’architetto Chimot di dar vita a un edificio che potesse dominare la collina, ricordando, in una chiave più moderna, i fasti, gli agi e la tranquillità che qui aveva cercato l’imperatore Tiberio.
La passione ellenistica di Fersen ispirò il nome con il quale oggi è universalmente conosciuta la villa: in effetti, Lysis sta a indicare Liside, il nome citato da Platone in un suo dialogo (il riferimento andrebbe all’amicizia o anche all’omosessualità).

Le descrizioni della villa con gli occhi del passato.

Uno degli elementi che ci fa maggiormente comprendere quella che doveva essere la vita a Villa Lysis all’inizio del ‘900 è senza dubbio il ritratto che si trova in una delle pareti della costruzione: in esso è stato raffigurato Nino Cesarini, compagno del poeta, mentre riposa nudo e di spalle. In molti hanno descritto Villa Lysis come il trionfo del paganesimo e delle sfide al conformismo: la vasta biblioteca, la fumeria di oppio in stile neo-gotico, gli altari raffinati ed evocativi, tutto richiama a delle passioni stravaganti, ma anche affascinanti.



Una delle testimonianze più interessanti di una visita alla Villa ce la fornisce la nota poetessa Ada Negri, che in uno articolo degli anni Venti parlò di un luogo bellissimo e di persone straordinarie e dal grande fascino: Fersen viene descritto come un vero gentiluomo, dalla gentilezza squisita e dall’eleganza innegabile, un vero e proprio oratore dal piacevole accento francese. È stata proprio la morte del suo proprietario a far mutare il destino dell’edificio.
Nel 1923 esso passò a Cesarini che poi lo affittò a Germaine Fersen, sorella del defunto conte, la quale poi lasciò la villa in eredità alla figlia. I danni del tempo sono stati riparati da più interventi di restauro, il più importante di cui è stato quello degli anni Novanta che ha ridato una nuova luce e una nuova vita alla Villa, un’attrazione imperdibile per tutti i turisti.



Le stanze di Villa Lysis.

C’è un percorso ideale che consente di apprezzare Villa Lysis nella sua completezza. All’ingresso la vista viene subito resa più gradevole dallo splendido e ameno giardino vicino al porticato, con le quattro colonne in perfetto stile ionico che ricordano quanto questa costruzione rappresenti un “luogo sacro all’amore e al dolore”. La minuziosa descrizione dell’interno della Villa è quella dello scrittore francese Roger Peyrefitte. La scalinata di ingresso è dotata di una graziosa balaustra in ferro battuto con tanto di pampini che vivacizzano il tutto: il piano terra era dominato da una copia del David del Verrocchio e dalla spettacolare terrazza a balaustre che si affacciava sul Golfo di Napoli, con tanto di panorama mozzafiato sul Vesuvio.

Garze sterili, più di un semplice accessorio medico

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Garze sterili,

più di un semplice accessorio medico

Sono uno dei supporti più utili e strategici per ogni situazione, non solo per effettuare una prima medicazione, ma anche per un impiego più “estetico”: parliamo delle garze sterili, il prodotto più comune tra quelli di utilizzo in campo sanitario.

Garze-steriliPulizia delle ferite, fasciature, tamponi: sono davvero svariati i modi di impiego delle garze sterili, preziosi ritaglio di tessuto compresso ricavato dal cotone bianco a maglie larghe, che si caratterizza per una estrema delicatezza. Non a caso, questi prodotti sono contenuti nel kit medico di primo soccorso, oltre che nell’elenco del Nomenclatore tariffario attualmente vigente nel nostro Paese, come strumento di medicazione immediata, in particolare per la pulizia, la disinfezione e la protezione delle ferite, punture, escoriazioni, abrasioni e ustioni, in ambito ospedaliero, ambulatoriale o in automedicazione anche a casa
Facili da trovare. Visto il grande ventaglio di utilizzi, in commercio oggi esistono diversi formati e modelli di questo prodotto: sul portale specializzato Medisan Shop, ad esempio, è possibile avere una panoramica esaustiva delle tipologie di garze sterili proposte, che sono acquistabili sullo store online a prezzi convenienti e vantaggiosi. In genere, oggi si predilige il confezionamento singolo di ogni ritaglio, in compressa chiusa e debitamente sigillata per preservarne la sterilità e facilitarne l’impiego al momento di necessità; la forma rettangolare è quella più comune, perché di più semplice maneggevolezza, ma è anche possibile trovare dei rotoli che si rivelano pratici per realizzare fasciature. In ogni caso, le garze sterili sono sempre un materiale sanitario monouso garantito ad alta sicurezza e biocompatibilità (biodegradabile per oltre il 90{87a6ebfd706b98f868854ef4db7e743910af1d5777d130b3e25eae602e76e663}!), che dopo l’impiego deve essere gettato.
Cosa sono. Una delle principali proprietà di questo prodotto è l’idrofilia, ovvero la capacità di assorbire i fluidi, sia corporei come sangue, siero o lacrime, sia naturali (vedremo meglio in seguito). La produzione moderna avviene tramite specifici macchinari e, in pratica, senza alcun tipo di maneggiamento umano, e la fase più importante è quella della sterilizzazione, che priva i ritagli di cotone di qualsiasi microrganismo: per raggiungere questa condizione, le garze sono sottoposte a un accurato processo che dura almeno un’ora alla temperatura di 120 gradi, che assicura il successivo utilizzo anche in chirurgia. Ovviamente, una volta che si apre la confezione si perde la sterilità, e pertanto la garza non deve essere utilizzata per altre medicazioni ulteriori.
Come utilizzare le garze sterili. Innanzitutto, bisogna specificare che, come avviene per ogni dispositivo medico e prodotto per medicazione, anche le garze sterili hanno una data di scadenza, ben specificata sulla confezione esterna, in genere fissata in 5 anni dalla data di produzione. Questo non significa che il prodotto, trascorso questo tempo, sia inutilizzabile o deteriorato, ma che non ne è più garantita la sterilità, e quindi andrebbe assolutamente evitato l’impiego su ferite e zone sensibili. In ogni caso, prima di procedere all’apertura della confezione è bene leggere sempre le istruzioni contenute nella scatola. In caso di ferita, bisogna ad esempio lavare delicatamente la zona interessata con acqua e sapone, disinfettandola con acqua ossigenata, e poi procedere a posizionare la garza, afferrata con una pinzetta altrettanto sterile per mantenere le sue proprietà; laddove non fosse possibile usare lo strumento (nel caso di automedicazione domestica, ad esempio), il consiglio è di prendere la garza da un angolo, per evitare di maneggiarla troppo a lungo. Al momento della rimozione, invece, bisogna ricordare di gettare la garza usata nel cestino e non nel water.
Altri impieghi. Data la loro composizione, le garze sterili idrofile si rivelano particolarmente adatte per assorbire o tamponare piccole ferite, per fasciare ustioni con presenza di siero o per limitare la contaminazione esterna di zone ferite; altro fattore importante, sono composte da materiale altamente traspirabile e non rilasciano fili di cotone, rendendo così indolore la rimozione, mentre la morbidezza le rende indicate per la pulizia di parti anatomiche delicate, come occhi o addirittura gengive (anche per neonati). Dicevamo poi di utilizzi differenti dal campo medicale: ebbene, oggi le garze sterili hanno trovato nuovo ruolo decisivo in ambito “estetico”, diventando elementi essenziali per impacchi da applicare sul viso o in altre parti del corpo, sempre grazie alle loro proprietà traspiranti e assorbenti.

Villa Jovis Capri

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Villa Jovis Capri

Una vasta area antica e affascinante: Villa Jovis.

Villa-Jovis-CapriLa Villa di Jovis, edificio conosciuto anche con il nome di “Villa di Tiberio” si fa notare subito nel panorama caprese per le sue dimensioni davvero notevoli: in effetti, essa occupa un’area di ben settemila metri quadrati e si fa fatica anche a immaginare come, ai tempi del suo massimo splendore, fosse addirittura più vasta e ampia. Possiamo però immaginare l’intero splendore della costruzione nella sua struttura originaria: l’intero complesso era articolato intorno a quattro cisterne che venivano utilizzate per la raccolta dell’acqua piovana. Uno degli elementi più interessanti si trovava senza dubbio nella parte meridionale della villa, con il celebre e raffinato “quartiere del bagno”, il quale beneficiò di due fasi di costruzione per la sua completa realizzazione. A uno sguardo d’insieme, l’attenzione e l’occhio del turista verranno sicuramente attirati dalla zona più occidentale, con una gran varietà di locali sfruttati per il lavoro della servitù con le cucine e quant’altro, i magazzini e i due piani, uno sovrapposto all’altro, adibiti ad abitazione privata. Il nome alternativo di Villa Jovis ci fa intendere in maniera chiara anche la sua origine così antica: della residenza in cui era solito riposarsi e condurre alcuni soggiorni l’imperatore Tiberio si possono ancora vedere il vestibolo con il suo pratico terrazzamento che, con tutta probabilità, doveva essere utilizzato con la funzione di splendido belvedere. Ci sono poi due splendide sale che presentano dei graziosi ed eleganti frammenti di tipo pavimentale con pregiati marmi incastonati a mo’ di intarsio. La visita della villa prosegue poi con alcune rampe e gradinate che conducono fino alla lunghissima loggia dell’edificio (oltre novanta metri).
CONTENT CURATION: I PASSI DA SEGUIRE



Le principali attrattive della Villa.

Il lembo estremo a est dell’isola di Capri è letteralmente dominato dal Monte Tiberio e dalla sua villa che svetta in cima, quasi come un naturale proseguimento. È proprio da qui che l’imperatore Tiberio governò in maniera incontrastata l’impero romano, addirittura per undici lunghi anni: la vita quotidiana di Tiberio era piuttosto riservata e solitaria, anche se non mancavano le passeggiate allietate dallo splendido belvedere. Come mai il sovrano aveva scelto proprio tale villa in un’isola così decentrata rispetto al centro dell’impero? Molti storici hanno parlato di una probabile malattia, forse la tubercolosi, che lo affliggeva da lungo tempo: l’aria marina di Capri era stata la cura consigliata per una pronta guarigione. Altri ancora hanno invece azzardato un’ipotesi più politica, con l’imperatore esiliato volontariamente in questi luoghi. Dunque, è abbastanza semplice riuscire a immaginare una villa davvero sfarzosa nelle dimensioni e negli utilizzi, ma anche un sovrano ammalato e rintanato nella sua timidezza e solitudine; ciò nonostante, furono anche eretti altri undici palazzi tutti intorno alla villa, una sorta di piccola cittadella.
CONTENT CURATION: I PASSI DA SEGUIRE


I bagni di Tiberio.

Villa Jovis assumeva i suoi caratteri più brillanti nel corso della stagione estiva. In effetti, Tiberio era solito trasferirsi fino alla costa del Mar Tirreno, in mezzo a quel complesso di costruzioni che oggi viene conosciuto col nome di “bagni di Tiberio” appunto. Qui, il sovrano era solito fare i propri bagni in un’atmosfera da sogno e molto rilassante, visto che gli architetti si erano impegnati al massimo nel creare una struttura che fosse il più confortevole possibile. L’acqua piovana che veniva raccolta nelle cisterne, invece, aveva un uso principale: infatti, si trattava di un liquido preziosissimo, utile per erogare poi acqua pura e potabile nei secoli a seguire fino a quello che è oggi il centro storico dell’isola. La posizione di Villa Jovis è davvero strategica e dalla sua altezza così sublime e gradevole non si può non essere conquistati completamente dal panorama sottostante, con Ischia, Procida, l’azzurrissimo Golfo di Napoli, Sorrento e il Cilento che si perdono a vista d’occhio, una cartolina da imprimere a fondo nel cuore.

Villa Jovis Capri – Villa di Tiberio

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Villa Jovis Capri

Una vasta area antica e affascinante: Villa Jovis.

Villa-Jovis-CapriLa Villa di Jovis, edificio conosciuto anche con il nome di “Villa di Tiberio” si fa notare subito nel panorama caprese per le sue dimensioni davvero notevoli: in effetti, essa occupa un’area di ben settemila metri quadrati e si fa fatica anche a immaginare come, ai tempi del suo massimo splendore, fosse addirittura più vasta e ampia. Possiamo però immaginare l’intero splendore della costruzione nella sua struttura originaria: l’intero complesso era articolato intorno a quattro cisterne che venivano utilizzate per la raccolta dell’acqua piovana. Uno degli elementi più interessanti si trovava senza dubbio nella parte meridionale della villa, con il celebre e raffinato “quartiere del bagno”, il quale beneficiò di due fasi di costruzione per la sua completa realizzazione. A uno sguardo d’insieme, l’attenzione e l’occhio del turista verranno sicuramente attirati dalla zona più occidentale, con una gran varietà di locali sfruttati per il lavoro della servitù con le cucine e quant’altro, i magazzini e i due piani, uno sovrapposto all’altro, adibiti ad abitazione privata. Il nome alternativo di Villa Jovis ci fa intendere in maniera chiara anche la sua origine così antica: della residenza in cui era solito riposarsi e condurre alcuni soggiorni l’imperatore Tiberio si possono ancora vedere il vestibolo con il suo pratico terrazzamento che, con tutta probabilità, doveva essere utilizzato con la funzione di splendido belvedere. Ci sono poi due splendide sale che presentano dei graziosi ed eleganti frammenti di tipo pavimentale con pregiati marmi incastonati a mo’ di intarsio. La visita della villa prosegue poi con alcune rampe e gradinate che conducono fino alla lunghissima loggia dell’edificio (oltre novanta metri).
CONTENT CURATION: I PASSI DA SEGUIRE



Le principali attrattive della Villa.

Il lembo estremo a est dell’isola di Capri è letteralmente dominato dal Monte Tiberio e dalla sua villa che svetta in cima, quasi come un naturale proseguimento. È proprio da qui che l’imperatore Tiberio governò in maniera incontrastata l’impero romano, addirittura per undici lunghi anni: la vita quotidiana di Tiberio era piuttosto riservata e solitaria, anche se non mancavano le passeggiate allietate dallo splendido belvedere. Come mai il sovrano aveva scelto proprio tale villa in un’isola così decentrata rispetto al centro dell’impero? Molti storici hanno parlato di una probabile malattia, forse la tubercolosi, che lo affliggeva da lungo tempo: l’aria marina di Capri era stata la cura consigliata per una pronta guarigione. Altri ancora hanno invece azzardato un’ipotesi più politica, con l’imperatore esiliato volontariamente in questi luoghi. Dunque, è abbastanza semplice riuscire a immaginare una villa davvero sfarzosa nelle dimensioni e negli utilizzi, ma anche un sovrano ammalato e rintanato nella sua timidezza e solitudine; ciò nonostante, furono anche eretti altri undici palazzi tutti intorno alla villa, una sorta di piccola cittadella.
CONTENT CURATION: I PASSI DA SEGUIRE


I bagni di Tiberio.

Villa Jovis assumeva i suoi caratteri più brillanti nel corso della stagione estiva. In effetti, Tiberio era solito trasferirsi fino alla costa del Mar Tirreno, in mezzo a quel complesso di costruzioni che oggi viene conosciuto col nome di “bagni di Tiberio” appunto. Qui, il sovrano era solito fare i propri bagni in un’atmosfera da sogno e molto rilassante, visto che gli architetti si erano impegnati al massimo nel creare una struttura che fosse il più confortevole possibile. L’acqua piovana che veniva raccolta nelle cisterne, invece, aveva un uso principale: infatti, si trattava di un liquido preziosissimo, utile per erogare poi acqua pura e potabile nei secoli a seguire fino a quello che è oggi il centro storico dell’isola. La posizione di Villa Jovis è davvero strategica e dalla sua altezza così sublime e gradevole non si può non essere conquistati completamente dal panorama sottostante, con Ischia, Procida, l’azzurrissimo Golfo di Napoli, Sorrento e il Cilento che si perdono a vista d’occhio, una cartolina da imprimere a fondo nel cuore.

Content Curation è importante??

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Content Curation perché è importante!!

 

La content curation è la pratica che permette di mettere ordine sul Web e di offrire al proprio pubblico contenuti rilevanti e realmente utili.

content-curationCon la nascita e la proliferazione dei blog, dei siti dinamici e soprattutto dei social network si è creato un vero e proprio sovraccarico informativo (tecnicamente information overload).
I contenuti sono diventati tanti, troppi e spesso non sono esaustivi e pertinenti alle ricerche degli utenti.
È nata così l’esigenza di mettere ordine sul Web e di garantire una miglior fruizione dei dati e delle informazioni da parte di chi cerca materiale rilevante su un argomento specifico.
La content curation è la pratica con cui si riutilizzano contenuti già esistenti, mixandoli e riorganizzandoli seguendo una metodologia ben precisa.  Si otterranno dei contenuti del tutto originali, pronti per essere letti e condivisi da chi è interessato ad  argomenti  che riguardano una determinata nicchia di mercato.
Apparentemente si potrebbe avvicinare la cura dei contenuti all’attività meccanica di aggregazione di siti e software esistenti già da tempo, in realtà si tratta di una pratica del tutto nuova.
Il lavoro che distingue la curation dalla semplice raccolta e ripubblicazione di contenuti è un lavoro umano, di scelta ponderata e di filtraggio. il curatore non solo utilizza materiali già esistenti, ma li arricchisce aggiungendo del suo (ad esempio dei commenti) a ciò che ha trovato in rete.




CONTENT CURATION: I PASSI DA SEGUIRE
Gli step da seguire per fare correttamente content curation sono principalmente tre:
Scelta delle fonti e aggregazione. Il curatore deve raggruppare i siti più attendibili che parlano di un argomento specifico, per poi estrarne solo i contenuti più adatti da offrire ad un determinato pubblico.
Filtraggio e selezione. Chi si occupa di content curation deve aver gusto e saper attingere dal Web solo ciò che  può essere realmente rilevante per chi è interessato ad una nicchia di mercato precisa.
Condivisione. Sottolineando ancora che non si tratta di un lavoro meccanico, ma umano, si arriva poi all’ultima fase della curation, quella della condivisione. Si devono scegliere con cura i canali più adatti  per diffondere nel migliore dei modi i lavori creati, in modo da garantirne la massima viralità.




I VANTAGGI DELLA CONTENT CURATION
La content curation è vantaggiosa sia per chi la fa sia per i lettori.
I curatori acquisiscono maggiore visibilità ed autorevolezza agli occhi di chi è interessato ad argomenti di nicchia.
Gli utenti a loro volta non dovranno più affannarsi nella ricerca di ciò che è realmente utile; sono i content curator che fanno questo giornalmente, offrendo contenuti “curati” sui loro spazi web (blog, siti ecc) e utilizzando servizi ad hoc come Scoop.it, Flipboard, Paper.li ed altri.
info autore Dario Fornarelli : https://twitter.com/dariofornarelli

Cosa visitare a Firenze

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Cosa visitare a Firenze

“ E come’l volger del ciel de la luna cuopre e discopre i liti sansa posa cosi fa fiorenza la fortuna”

Dante, Paradiso canto XVI

“Florentia” la florida fu il primo nome dato a Firenze e mai nome fu tanto meritato.

Cosa visitare a Firenze
Cosa visitare a Firenze

Culla del rinascimento, la città inizio un’ascesa senza precedenti nel campo delle arti sin dai primi del 200 e raggiunse l’apice sotto la signoria di Cosimo e Lorenzo dè Medici detto “Il Magnifico”.

Firenze ti fa sentire orgoglioso di d’essere italiano, non c’è museo al mondo che non abbia o desideri di avere un ‘opera di un artista fiorentino del rinascimento e pensare che noi, basta passeggiare per la città per trovarsi immersi in un museo dalle sale senza pareti e come tutto… il cielo. Piazza della Signora e la cupola del Brunelleschi, il campanile di Giotto e la casa di Dante, Palazzo Pitti e il giardino di Boboli, Ponte Vecchio e le botteghe artigianali …semplicemente quattro passi in paradiso. Se poi in paradiso ci si vuole rimanere, basta salire a Piazzale Michelangelo alla luce calda del tramonto, Firenze sembra trasformarsi in una tela d’autore. Le pennellate sono quelle dei grandi maestri e le nostre emozioni, un ricordo incredibile.

PALAZZO VECCHIO

Monumento di eccezionale importanza artistica e storia, il palazzo è stato nei secoli il centro politico ed il simbolo della città. Sede della Signora nel XV secolo, da cui anche il nome di Palazzo della Signora, nel 1540 con Cosimo I dei Medici divenne dimora della famiglia granducale

GALLERIA DELL’ACCADEMIA

È uno dei musei più conosciuti di Firenze, perché ospita famose sculture di Michelangelo, fra cui il celeberrimo David.

GALLERIA DEGLI UFFIZI

Iniziata dai Medici nel tardo 500, costituisce oggi la più selezionata pinacoteca italiana, con le opere più rappresentative della nostra pittura. Fra i più celebri pittori esposti: Cimabue, Giotto, Masaccio, Paolo Uccello, Filino Lippi, Botticelli, Leonardo da Vinci, Michelangelo e Raffaello.

CAFFÈ

Piazza della Repubblica e Piazza della Signora sono contornate dai più famosi bar fiorentini. Centro d’incontri per la vita notturna o per piacevoli pomeriggi seduti ad uno dei loro tavolini.

PONTE VECCHIO

Indubbiamente il ponte più “prezioso” d’Italia, il ponte Vecchio “è incastonato” di gioiellerie. L’unico ponte risparmiato dai Nazisti, per esplicito volere di Hitler. Durante l’alluvione i proprietari delle botteghe orafe furono gli unici ad essere avvissati dell’imminente disastro, per poter mettere in salvo i loro enormi tesori.

GIARDINO DI BOBOLI

Modello per tutti i giardini d’Europa compreso Versailles, il parco viene subito arricchito dalle invenzioni manieriste del Buontalenti (ad esempio la Grotta Grande), dalle fontane e delle statue di Ammannati.

PALAZZO PITTI

Il palazzo, residente della famiglia fiorentina Pitti, fu costruito intorno alla metà del secolo XV secondo un progetto tradizionale riferito al Brunelleschi. Un secolo dopo, con l’affermazione del potere mediceo sulla città stabilizzatosi nel 1530 / 1540 con Cosimo dè Medici (ca. 1550) per farne la sua residenza, degna del prestigioso granducale, i lavori di adattamento e di ampliamento del Palazzo e del giardino, furono affidati a Bartolomeo Ammannati (1561).

IL GENIO DI LEONARDO

Il nuovo museo permanente di Firenze contiene le più belle e le più grandi macchine del mondo tratte dai codici di Leonardo da Vinci. Sono state costruite partendo dallo studio attento dei disegni di Leonardo, Macchine perfettamente funzionanti come mai prima d’ora.

IL PERCORSO DEL PRINCIPE

un percorso di particolare interesse storico ed artistico che si snoda dal Palazzo Vecchio, alla Galleria degli Uffizi, fino ad arrivare a Palazzo Pitti. Il corridoio, costruito dal Vasari, attraversa palazzi, passano sopra i Ponte Vecchio, entra in una chiesa dalla quale il granduca assisteva alle cerimonie per terminare al giardino di Boboli.

ZALANDO AMPLIA L’OFFERTA PER IL MERCATO ITALIANO E LANCIA ZALANDO PRIVÉ

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ZALANDO AMPLIA L’OFFERTA PER IL MERCATO ITALIANO E LANCIA ZALANDO PRIVÉ

  • zalandoZalando ha lanciato sul mercato italiano il proprio sito di vendite private: Zalando Privé.
  • Attraverso Zalando Privé i clienti avranno accesso a sconti fino al 75{87a6ebfd706b98f868854ef4db7e743910af1d5777d130b3e25eae602e76e663} su oltre 2.500 brand e una varietà di categorie di prodotto che va dalle scarpe, all’abbigliamento, passando per attrezzature sportive e gioielleria.
  • Il lancio va ad ampliare l’offerta per l’Italia e si colloca nella strategia di Zalando volta ad ampliare la gamma di prodotti e servizi, soddisfacendo cosi le diverse esigenze dei consumatori.




BERLINO, 06 GIUGNO 2016 // Zalando ha lanciato sul mercato italiano il proprio sito di vendite private, Zalando Privé. Grazie al nuovo servizio i clienti italiani potranno accedere a campagne caratterizzate da sconti fino al 75{87a6ebfd706b98f868854ef4db7e743910af1d5777d130b3e25eae602e76e663} su oltre 2.500 brand. La gamma di prodotti disponibile su Zalando Privé include scarpe, abbigliamento e accessori per uomo, donna e bambino, abbigliamento e attrezzature sportive, intimo, articoli per la casa e gioielleria. Ogni giorno saranno disponibili fino a 6 nuove campagne, ciascuna con una durata limitata nel tempo e valida fino a esaurimento scorte. L’acquisto prevede un costo alla consegna di 5,90 euro; l’eventuale reso è interamente gratuito e può avvenire entro 14 giorni dalla consegna del prodotto. I clienti potranno accedere alle offerte attraverso il sito www.zalando-prive.it, di cui è già disponibile una versione ottimizzata per dispositivi mobile, e l’app ufficiale per iOS seguirà a breve. Per il lancio sul mercato italiano, come già avviene per Zalando.it, è stata introdotta la possibilità di pagamento alla consegna.




“I clienti italiani conoscono bene Zalando.it e amano l’eccezionale assortimento di prodotti inseason. Ora, con l’aggiunta di Zalando Privé, rafforziamo l’offerta per l’Italia proponendo prezzi fortemente ridotti su un catalogo rinnovato quotidianamente, continuando al contempo a focalizzare l’offerta sui migliori brand fashion”, spiega Aldo Costagliola, Regional Leader Italia, Francia e Belgio di Zalando Privé. “Differenziare l’offerta ci permette di avere un focus più distinto su ciascuno dei due shop, e con Zalando Privé saremo in grado di rispondere ancora meglio alle necessità dei clienti più attenti al prezzo”.




Il servizio analogo, sebbene con il nome di Zalando Lounge, è già disponibile in altri mercati – Germania, Austria, Francia, Paesi Bassi, Belgio, Finlandia, Danimarca, Svezia, Regno Unito e Svizzera – e conta già oltre 8 milioni di utenti registrati. L’integrazione dell’offerta di Zalando Privé va inquadrata all’interno della strategia Zalando, volta ad ampliare la gamma dei prodotti e dei servizi per rispondere a esigenze fashion di carattere distinto.




“Il lancio di Zalando Privé si colloca perfettamente nella nostra strategia – vogliamo portare sul mercato soluzioni diverse per esigenze diverse. L’offerta va a completare quella di Zalando.it e ci consentirà di rispondere ancora meglio ai desideri dei clienti italiani”, ha commentato Giuseppe Tamola, Country Manager Italia e Spagna per Zalando. “Si tratta inoltre di un modello di business che, come osserviamo in altri mercati, si adatta perfettamente all’uso da mobile. Considerata l’alta affinità dei clienti italiani con il mobile, siamo sicuri che il riscontro sarà positivo”.




I clienti Zalando possono accedere a Zalando Privé utilizzando il medesimo profilo e le stesse credenziali. I nuovi utenti possono registrarsi gratuitamente alla piattaforma, senza alcun vincolo.

La Casa Rossa

La Casa Rossa

Il tipico colore pompeiano: la Casa Rossa.
Percorrendo a piedi via Giuseppe Orlandi, una delle vie più importanti e belle di Anacapri, ci si imbatte in un edificio che non lascia certo indifferenti. Si tratta di una costruzione dipinta completamente di rosso, non un rosso qualunque, ma quello pompeiano, così diffuso negli scavi archeologici della cittadina.
dentro-casa-rossaLa Casa Rossa svetta su tutto il resto nel centro storico di Anacapri e si caratterizza per la sua singolarità e piacevolezza: anzitutto, si viene subito colpiti dalle gradevoli ed eleganti finestre bifore, in perfetto stile gotico, ma anche dalle merlature che rendono così bizzarro l’insieme dell’edificio. In effetti, proprio all’interno della casa c’è una torre di forma quadrangolare, posta al centro di un cortile con tanto di portici. A chi si deve una costruzione così particolare? John Clay Mackowen, colonnello della guerra civile americana, nonché ricco cittadino di New Orleans, la celebre città del jazz, si era stabilito in maniera permanente a Capri, dopo essersene innamorato nel suo primo soggiorno. Il suo contributo all’arricchimento architettonico dell’isola fu fondamentale. Il primo abitante della Casa Rossa aveva avuto l’idea di seguire l’esempio di Axel Munthe e cominciò a raccogliere e a custodire con cura e gelosia un numero sempre maggiore di reperti archeologici, trovati nel corso degli anni a Capri. L’eccentricità del colonnello non impedì però lo sviluppo dell’edificio, divenuto nel tempo uno dei più apprezzati dai turisti. Nel 1901, alla morte di Mackowen, tornato provvisoriamente negli Stati Uniti dove fu ucciso, la casa passò di proprietà in proprietà, prima agli eredi del colonnello e poi ad altri personaggi interessati a sviluppare ancora di più la struttura: da circa vent’anni, poi, la Casa Rossa appartiene di diritto alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e il paesaggio di Napoli, la quale ha provveduto a un fondamentale restauro che ha reso ancora più brillante l’edificio, nel suo rosso acceso dal sole, ma soprattutto nei suoi ambienti interni, con esposizioni curiose e stuzzicanti.
Le esposizioni culturali della Casa Rossa.
La Casa Rossa è divenuta nel tempo uno dei punti più importanti di tutta Anacapri e dell’intera isola per quel che riguarda la promozione turistico culturale. Ciò è stato reso possibile soprattutto dall’allestimento di una mostra permanente: si tratta di “L’isola dipinta, viaggio pittorico a Capri e Anacapri tra ‘800 e ‘900” ed è come effettuare uno splendido tuffo a ritroso nella storia, visto che si tratta di un patrimonio artistico dal valore straordinario ed eccezionale. Tutti questi disegni a olio e gli acquarelli mettono in luce i luoghi più importanti di tutta Capri, oltre a zone meno conosciute, ma che arricchiscono come i primi, architetture poco note e poco usuali, ma ugualmente preziose, tipici momenti della vita locale nell’isola, le tradizioni quotidiane di un passato che ormai sembra remoto, ma che ci guarda comunque da vicino. I pittori italiani e stranieri trovano ospitalità in questa casa: tra di essi possiamo citare Giordano, Brancaccio, Ferrarini, Reid, Coleman e Hay. Ma non c’è solo ed esclusivamente pittura in questo edificio così particolare; in effetti, anche le statue di origine romana e provenienti dalla Grotta Azzurra, hanno trovato una sistemazione ideale. Il fatto che si trovassero in fondo al mare cristallino della grotta ha fatto sì che gran parte dei particolari e della fisionomia si cancellasse, ma esse appaiono ancora in tutta la loro vivacità, dei veri e propri personaggi in movimento, quasi in procinto di risvegliarsi da un lungo sonno. Gli esempi più significativi in questo senso sono, senza dubbio, il ninfeo di età imperiale, testimonianza tangibile del periodo vissuto dall’imperatore Tiberio a Capri, e le altre statue di divinità greche, elementi fondamentali per comprendere la cultura e la vita di un’epoca lontana.

Il piatto gourmet? Si prepara con i surgelati

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Terza edizione del concorso Bofrost Chef che coinvolge i venditori dell’azienda con piatti che non sfigurerebbero in un ristorante stellato. Le  ricette vincenti: la Tartare Dolceamara, i Ravioli Breva & Tivano e l’Oreo che non ti aspetti

 

finalisti
Finalisti

Il piatto gourmet? – Materie prime di alta qualità, abbinamenti insoliti, cura dell’estetica e dei dettagli. Sono questi i segreti per portare in tavola un grande piatto, e sono alla portata di tutti quando l’ingrediente protagonista è surgelato, quindi di qualità, comodo e semplice da preparare. Lo sanno bene i venditori Bofrost, che per lavoro propongono le specialità surgelate della più importante azienda italiana del porta a porta e nel tempo libero le trasformano in prelibatezze culinarie.
«I nostri venditori sono gli ambasciatori del prodotto, coloro che lo conoscono meglio –afferma Enrico Marcuzzi di Bofrost Italia– Per questo per il terzo anno abbiamo deciso di valorizzare la loro esperienza, nonché la passione per la cucina di alcuni di loro, con il concorso interno Bofrost Chef».
Dalle 50  filiali Bofrost di tutta Italia sono arrivate le ricette vagliate dalla giuria dell’azienda, che poi ha scelto i tre team finalisti che si sono sfidati ai fornelli nella sede di Bofrost a San Vito al Tagliamento (Pordenone).
La ricetta vincente è risultata la “Tartare Dolceamara” di Sergio Pavani e Massimo Zeid, filiale di Casale Monferrato: «L’abbiamo chiamata così perché il dolce di scampi e mazzancolle si incontra con il cuore amaro della salsa al radicchio, con la nota croccante data dai pistacchi di Bronte» raccontano Pavani e Zeid. Il tocco finale è la spolverata di tuorlo d’uovo marinato, la preparazione resa celebre dallo chef Carlo Cracco.
Seconda classificata una ricetta che contiene una sorpresa. Il nome “oreo” infatti ricorderà a tutti i famosi biscotti al cioccolato ripieni di crema, ma oreo è anche il nome di un pesce dal gusto delicato, forse insolito da trovare nel banco freezer ma che fa parte dell’amplissimo catalogo Bofrost. Su questo equivoco gioca il piatto “L’Oreo che non ti aspetti” firmato da Lucio Durì e Andrei Tikhomirov della filiale di Udine. Il pesce mantecato costituisce il ripieno di due medaglioni di polenta colorata con nero di seppia per ricordare i biscotti Oreo, e il tutto è completato con una maionese ai funghi porcini.
Terzo posto per i “Ravioli breva & tivano” (sono i nomi di due venti caratteristici del Lario) di Angelo Sacco e Alfio Rota, filiale di Erba (Como). Gli ingredienti base sono fra quelli che si trovano in tutti freezer: filetti di branzino, piselli fini, spinaci a cubetti e altre verdure. Stesso ripieno ma tre impasti diversi, verde, rosso e nero, per questi ravioloni che si adagiano su una vellutata di carota e zucca.
«Queste ricette sono gustose, equilibrate e impiattate con fantasia –conclude Enrico Marcuzzi. La mancanza di tempo per procurarsi tutti gli ingredienti freschi e prepararli a volte limita la passione per la cucina. Con Bofrost Chef vogliamo dimostrare che si possono realizzare grandi piatti con gli ingredienti surgelati, sempre disponibili nel freezer, senza scarti e veloci da preparare. L’importante è che la materia prima sia di alta qualità».
 
bofrost* Italia – È la più importante azienda italiana della vendita diretta a domicilio di specialità alimentari surgelate senza nessuna interruzione della catena del freddo. Vi lavorano 2.400 persone in tutta Italia. Le sede centrale si trova a San Vito al Tagliamento (PN). A oggi, sono oltre un milione le famiglie italiane che apprezzano e conoscono i prodotti di bofrost* Italia. La qualità, il gusto e un eccellente servizio rappresentano i fattori di successo di questa azienda. www.bofrost.it

Rifiuti elettronici punti vendita Leroy Merlin

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Rifiuti elettronici:a Vicenza e Verona la raccolta differenziata si fa in negozio. Ecolight porta le EcoIsole intelligenti in altri due punti vendita Leroy Merlin

Rifiuti elettronici – I nuovi cassonetti automatizzati di prossimità permettono il conferimento gratuito di piccoli utensili ed elettrodomestici, lampadine a risparmio energetico esauste e cellulari. Il consorzio RAEE: «È una risposta concreta all’Uno contro Zero»

Rifiuti elettroniciSi fa in negozio la raccolta differenziata di cellulari, piccoli elettrodomestici, elettroutensili e lampadine a risparmio energetico non più funzionanti. Nei punti vendita Leroy Merlin di Torri di Quartesolo (Vicenza) e di San Giovanni Lupatoto (Verona) sono arrivate le innovative EcoIsole RAEE. Ecolight, consorzio nazionale per la gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, ha posizionato oggi, giovedì 28 aprile, i primi due cassonetti intelligenti delle province di Vicenza e di Verona dove i cittadini possono conferire gratuitamente piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo, lampadine a risparmio energetico e neon non più funzionanti contribuendo ad un maggiore rispetto dell’ambiente. I rifiuti elettronici rappresentano infatti un’importante risorsa: essendo riciclabili per oltre il 90{87a6ebfd706b98f868854ef4db7e743910af1d5777d130b3e25eae602e76e663} del loro peso, se correttamente raccolti e trattati, possono fornire significativi volumi di materie prime seconde come plastica, metalli e vetro. I piccoli rifiuti elettronici in particolare sono quelli più difficili da raccogliere: si stima che solamente il 20{87a6ebfd706b98f868854ef4db7e743910af1d5777d130b3e25eae602e76e663} segua un corretto percorso di raccolta, recupero e smaltimento.

«Nata all’interno del progetto europeo Identis WEEE, la nostra EcoIsola è una risposta innovativa e automatizzata per incrementare la raccolta dei piccoli rifiuti elettronici, tracciando lo stesso rifiuto», spiega Giancarlo Dezio, direttore generale di Ecolight tra i maggiori consorzi nazionali per la gestione dei RAEE. «Il posizionamento in aree commerciali ad alta frequentazione agevola il cittadino-consumatore nel conferire correttamente il proprio rifiuto elettronico. Inoltre, l’EcoIsola RAEE dà una risposta concreta agli obblighi che l’Uno contro Zero prevede per la Distribuzione: per i negozi con più di 400 mq di superficie di vendita di apparecchiature elettroniche c’è infatti l’obbligo di ritirare i piccoli RAEE gratuitamente».




Leroy Merlin rinnova il proprio impegno a mettere a disposizione aree dei propri negozi dove posizionare le innovative EcoIsole: dopo Marcon e Mestre, l’istallazione dei cassonetti intelligenti a Vicenza e Verona permette al Veneto di aggiudicarsi il primato di regione con il maggior numero di punti vendita Leroy Merlin dotati di EcoIsole. «L’attenzione all’ambiente e il coinvolgimento dei nostri stakeholder in questo percorso hanno sempre contraddistinto il nostro operato», spiega Davide Alaimo, capo progetto Supply Chain Leroy Merlin. «Riteniamo sia fondamentale operare nel rispetto della comunità e in quest’ottica pensiamo sia giusto mettersi al servizio dei consumatori e dei cittadini, attraverso progetti che contribuiscano a migliorare la sostenibilità dei consumi».

Come funziona? L’EcoIsola ha dimensioni contenute (1,5×1,2×1,5 metri) ed è interamente automatizzata. Al consumatore è sufficiente indicare il tipo di prodotto da smaltire (se un piccolo elettrodomestico o una lampadina) e identificarsi strisciando la Carta regionale dei servizi. La macchina sbloccherà lo sportello dove inserire il rifiuto. A conferma dell’avvenuto conferimento, al termine sarà rilasciato uno scontrino. Quando i contenitori interni sono pieni, la macchina avvisa i tecnici per lo svuotamento via sms. I rifiuti conferiti vengono così tracciati dal momento del conferimento fino al trattamento e recupero, nell’intento di prevenire il traffico illegale dei RAEE. Inoltre, i cittadini avranno sempre la certezza che i materiali conferiti seguiranno la filiera corretta e che il loro gesto porterà benefici all’ambiente.




Ecolight – Costituito nel 2004, è uno dei maggiori sistemi collettivi per la gestione dei Raee, delle Pile e degli Accumulatori. Il consorzio Ecolight, che raccoglie oltre 1.500 aziende, è il secondo a livello nazionale per quantità di immesso e il primo per numero di consorziati. È stato inoltre il primo sistema collettivo in Italia ad avere le certificazioni di qualità ISO 9001 e ISO 14001. È punto di riferimento per la grande distribuzione (Gdo) e tratta tutte le tipologie di Raee. www.ecolight.it.




Leroy Merlin – È un’azienda della Distribuzione Moderna specializzata nell’abbellimento, manutenzione e ristrutturazione di casa e giardino. Arrivata in Italia nel 1996, Leroy Merlin annovera ad oggi 47 punti vendita distribuiti su tutto il territorio nazionale per un fatturato di oltre 1 miliardo di euro. Offre lavoro a circa 6.000 collaboratori, per il 99,3{87a6ebfd706b98f868854ef4db7e743910af1d5777d130b3e25eae602e76e663} azionisti del Gruppo stesso. Leroy Merlin infatti orienta le proprie scelte strategiche sulla centralità della persona, finalizzando l’attività dell’impresa alla creazione di valore aggiunto per i cittadini, i collaboratori e per le generazioni future, avendo come missione il miglioramento del loro habitat. www.leroymerlin.it